Sabato 19 Ottobre dalle 10.30 alle 12.15 si terrà una lezione di Power Vinyasa Yoga Multilivello, dedicata a GARUDASANA in tutte le sue forme e varianti.
Si Consiglia di prenotarsi con anticipo.
Lezione disponibile SOLO in presenza e non Online.
Lezione compresa nelle Tessere/abbonamenti oppure in formula Drop-in lezione singola a 18€
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CURIOSITÀ - MITOLOGIA DELLO YOGA
Garuda è rappresentato in vari modi:
con la testa di aquila e il corpo di leone/corpo di uomo,
oppure come una vera e propria chimera; il corpo è in genere dorato ed una corona è posta sulla sua testa.
E' infatti il capostipite delle creature alate.
La sua figura è molto celebre in tutta l'Asia,
in India, Garuda è la mitica cavalcatura di Visnù, il signore benevolo.
Egli apparve da un uovo, dal quale uscì di una grandezza immensa,
luminoso come la deflagrazione cosmica che consuma l'universo alla fine di ogni era.
Come narrato dal primo libro del Mahabarata,
fin dalla sua infanzia Garuda si pone come antagonista benevolo delle creature serpentiforme, incarnando la lotta tra esseri volanti e esseri striscianti.
Le aquile d'altronde cacciano per loro natura i serpenti.
Egli viene rappresentato spesso con due serpenti avvolti sugli avambracci o su altre parti del corpo.
La storia più famosa narra come sua madre Vinata fosse trascinata in schiavitù sotto terra, nella città dei serpenti.
Alcuni testi narrano che ciò avvenne a causa di una scommessa persa, il capo dei serpenti l'avrebbe comunque rilasciata solamente se Garuda avesse portato loro l'amrita, la mitica bevanda dell'immortalità che scorre nella terra degli dei.
Garuda intraprese quindi il viaggio per sottrarre agli dei una coppa di Amrita, ma essi scatenarono una guerra per impedirglielo.
I fatti salienti di questo conflitto furono tre:
il primo ostacolo fu un cerchio di fuoco dal quale fu circondato;
così Garuda prelevò l'acqua da alcuni fiumi e spense il fuoco, volando agilmente.
Come seconda prova gli Dei lo attaccarono con una macchina da guerra con delle lame rotanti, ma Garuda si liberò facilmente riducendo le proprie dimensioni, preziosa qualità che aveva appreso proprio grazie agli dei, al momento della sua nascita.
Infine, come terza prova dovette divorare due enormi serpenti che gli furono scagliati contro.
Liberatosi dagli attacchi dei Deva, Garuda incontrò il benevolo Visnù.
Visnù, ammirato dalla forza di Garuda, gli promise l'immortalità, anche senza bere l'Amrita e a quel punto il nostro protagonista estasiato da tanta magnanimità, promise di divenire la sua cavalcatura.
Garuda promise anche a Indra, il grande deva del fulmine e della pioggia, di riportare l'Amrita al suo posto, una volta riottenuta indietro sua madre.
In cambio ricevette il dono di dominare e poter mangiare i serpenti.
Arrivato alla città dei serpenti Garuda consegnò l'Amrita e ricevette in cambio Vinata (sua madre), ma durante le abluzioni rituali che i serpenti stavano svolgendo, con la complicità di Indra, si reimpossessò della bevanda divina.
Il re dei serpenti, ingannato, maledisse Garuda, e leccò alcune gocce di Amrita cadute sul prato nel frattempo.
Queste gli spaccarono all'istante la lingua in due, marchio che ancora oggi portano i serpenti, ma gli permise, invece di morire, di poter cambiare la propria pelle.
È sorprendente come una posizione dedicata al grande signore delle aquile invece di rappresentare il dispiegamento delle gambe o delle braccia, interpreti il ripiegamento di queste su se stesse.
Ma il perchè è stato spiegato: Garuda ha la facoltà di rimpicciolirsi, insegnatagli dai Deva. Questa facoltà e questa posizione dello yoga ha anche un significato più elevato: egli è immenso e divino, ma riduce il suo potere e la sua dimensione, proprio come lo spirito degli uomini quando si incarna nel loro corpo fisico.
Garudasana rappresenta proprio questo passaggio, l'immensamente grande e potente che si fa uomo, si fa piccolo.
Garudasana, forse più di ogni altra posizione, trasmette sensazioni differenti ogni volta che viene eseguita.
Alle volte siamo stabili, alle volte traballanti, alle volte le gambe scivolano una sull'altra quasi da sole, altre volte ci sembra impossibile agganciare il piede dietro la caviglia ...proprio come alcune volte sappiamo essere tanto grandi ed altre tanto piccoli.
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